Septoriosi del frumento favorita dalle piogge
Il complesso della septoriosi è causato da due diversi agenti fungini Mycosphaerella graminicola (anamorfo Septoria tritici) e Phaeosphaeria nodorum (anamorfo di Stagonospora nodorum, sinonimo di Septoria nodorum).
Generalmente, gli attacchi di septoriosi nei nostri areali sono causati da S. tritici, mentre sono rari quelli causati da S. nodorum.
Il primo si sviluppa preferibilmente entro un range termico di 15-20 °C, pertanto colpisce generalmente l’apparato fogliare che si sta sviluppando durante la levata.
Il secondo necessita di temperature più elevate (20-27 °C) ed è in grado di colpire, oltre alle foglie, anche lo stelo, le spighe e le cariossidi.
Sintomi e danni produttivi
I sintomi si manifestano inizialmente sulle foglie basali come piccole decolorazioni giallastre e di aspetto allungato. Queste lesioni, col tempo, assumono un colore variante dal grigio pallido al marrone scuro in seguito della necrotizzazione dei tessuti infetti.
All’interno delle lesioni che, quando convergono, possono assumere forme irregolari, o ellittiche, fino a vere e proprie striature, si possono notare i caratteristici corpi fruttiferi nerastri di forma tondeggiante (picnidi).
La gravità della malattia è fortemente influenzata dalla frequenza delle precipitazioni che intercorrono dalla fine dell’accestimento (GS31-32 della scala Bbch) a poco prima la spigatura (GS60).
La malattia è in grado di portare a discrete perdite produttive, specialmente su varietà di grano duro o tenero dotate di suscettibilità al patogeno. In genere sono le piogge di aprile che innescano più cicli infettivi del fungo che, tuttavia, per arrecare un danno produttivo consistente deve arrivare ad interessare precocemente e velocemente le ultime due o tre foglie giovani (e in particolare la foglia bandiera) che contribuiscono alla formazione di più del 60% della produzione alla raccolta.
Le temperature sono in questa fase determinanti in quanto, se basse, allungano il periodo di incubazione del fungo (i sintomi possono impiegare anche più di un mese prima di rendersi visibili) rendendolo maggiormente sensibile all’azione curativa che i fungicidi hanno nei confronti di questo micete.
Trattamenti a fine levata
Il contenimento delle infezioni di Septoria, oltre che passare attraverso la rotazione e una corretta gestione del terreno, deve necessariamente fare ricorso a trattamenti fungicidi fogliari da eseguirsi preferibilmente alla fine della fase di levata (GS39 della scala Bbch).
Il trattamento che normalmente si esegue insieme al diserbo, in accestimento, per ridurre i costi dell’applicazione, risulta troppo anticipato rispetto al periodo infettivo e pertanto quasi sempre inefficace. I principi attivi su cui fare maggiore affidamento sono:
- le strobilurine (pyraclostrobin);
- i triazoli (protioconazolo, ciproconazolo, difenconazolo, procloraz, propiconazolo, metconazolo, tebuconazolo e tetraconazolo, flutriafol);
- gli Sdhi (bixafen, isopyrazam, fluxapyroxas, benzovindiflupir) e le loro miscele (per esempio, ciproconazolo+procloraz o isopyrazam+protioconazolo).
Per ridurre il rischio di comparsa di popolazioni del fungo resistenti, si sono dimostrate particolarmente efficaci le miscele estemporanee dei suddetti fungicidi con prodotti ad azione multisito come clortalonil e mancozeb. Recentemente, anche in chiave di agricoltura biologica, buoni risultati sono stati ottenuti anche utilizzando zolfo. Si ricorda, nei disciplinari di Produzione Integrata sono ammessi complessivamente solo due interventi fungicidi.
FONTE : https://terraevita.edagricole.it