Pomodoro, campagna 2018: ottimismo dopo una partenza in salita
Dopo un inizio non proprio soddisfacente dal punto di vista dei prezzi, la campagna 2018 del pomodoro sembra aver imboccato la strada giusta e le prospettive di vendita sono migliorate. Abbiamo chiesto a tre produttori, da Nord a Sud, quali sono le previsioni per la stagione in corso.
L’azienda agricola Bo di Carmagnola, in Piemonte, è una piccola realtà a conduzione familiare specializzata nel pomodoro Cuore di Bue, oltre ad avere qualche pianta di Datterino. Coltivatori diretti, la famiglia Bo (arrivata oggi alla quarta generazione) ha iniziato l’attività 40 anni fa con il pomodoro tondo, passando poi al grappolo e al Cuore di Bue che coltivano da 25 anni. I loro canali di vendita sono prettamente territoriali, mercati rionali e un piccolo ingrosso. «Il pomodoro piemontese ha un gusto diverso rispetto al pomodoro del Sud Italia – spiega Paolo Bo – noi siamo in una conca, circondati dalle Alpi e quindi non arriva l’aria salata dal mare: per questo il pomodoro è più dolce rispetto al pomodoro del Sud». L’azienda fa tre cicli produttivi da 1500 piante ciascuno, il primo ciclo (sotto serra riscaldata) inizia a febbraio, il secondo a metà marzo e il terzo a metà giugno. «Quest’anno il primo ciclo è stato buono sia dal punto di vista produttivo che come prezzi – spiega Paolo Bo – il secondo ciclo è circa a metà, il raccolto c’è, abbiamo abbastanza prodotto sulle piante».
Dall’altra parte della penisola, in provincia di Ragusa, nell’azienda Isola Grande si respira un clima di ottimismo per la campagna in corso che vedrà in agosto il momento clou. L’azienda, che fa parte della Op Valleverde, utilizza una particolare tecnica di controllo computerizzato delle serre. «Questo sistema di controllo, abbinato al know how tecnologico e a vent’anni di esperienza fa la differenza – spiega Marco Schembari di Isola Grande srl – ci siamo concentrati su poche varietà ma di altissima qualità e questa è la nostra forza». Le previsioni per la campagna in corso sono positive. «La campagna in Sicilia normalmente va da ottobre a maggio, ma Isola Grande, grazie ai suoi 15 ettari di serre ad alta tecnologia (su un’estensione produttiva totale di 45 ettari) riesce a fare una campagna di quasi 12 mesi all’anno – spiega Schembari – adesso abbiamo in produzione 3 ettari di ciliegino varietà Piccolo del trapianto di fine aprile, un trapianto difficile, considerate le temperature. La pianta sembra molto bene impostata ed il prodotto è molto bello e già di ottima qualità, nonostante siano i primi grappoli. Siamo molto soddisfatti. I prossimi trapianto in agosto». Isola Grande vende alla Gdo soprattutto all’estero in Paesi quali Inghilterra, Germania e Svizzera ma ora vuole puntare sul mercato italiano. «Stiamo costruendo un progetto Italia, pensiamo che il mercato italiano oggi sia pronto per pagare la qualità del pomodoro».
È invece specializzata in tutte le tipologie di pomodoro l’azienda agricola Galanti di Scicli, sempre in Sicilia, attiva da 35 anni. «L’anno è iniziato male rispetto all’anno precedente, i primi quattro mesi di campagna sono stati pesanti dal punto di vista dei prezzi ma da un mese a questa parte la situazione si è inaspettatamente capovolta e le quotazioni sono più alte e quindi c’è ottimismo» spiega Carmelo Galanti, responsabile commerciale dell’azienda. La concorrenza con Paesi quali Marocco, Spagna, Olanda è diventata sempre più agguerrita ma i produttori italiani possono difendersi mettendo in campo la qualità del loro prodotto. «All’estero apprezzano il pomodoro italiano, ci chiedono di specificare nell’imballaggio che si tratta di prodotto che viene dalla Sicilia – spiega Galanti -. Il consumatore cerca la qualità, cerca un pomodoro che abbia sapore. Noi produttori siciliani abbiamo qualcosa che gli altri Stati non riescono a dare e stiamo cercando varietà che siano più adatte a soddisfare non solo in termini di resa ma anche in termini di caratteristiche del prodotto».
FONTE ( myfruit.it )