PAC c’è la proroga di due anni
Accordo raggiunto, ma è parziale. Commissione, Consiglio e Parlamento europeo hanno infatti tracciato questo pomeriggio a Bruxelles la cornice del regolamento transitorio che proroga l'attuale regime Pac a tutto il 2022.
Il testo concordato dagli eurodeputati e dalla presidenza croata del Consiglio, secondo quanto riporta l’agenzia Agrapress, deve però ancora essere aggiornato con le cifre del futuro bilancio a lungo termine dell'Ue.
Una volta raggiunto l'accordo sul quadro finanziario pluriennale (qfp) 2021-2027, i negoziatori delle istituzioni dell’Unione si incontreranno nuovamente per mettere a punto le norme transitorie della Pac per il periodo 2021-2022.
Il testo finale dovrà quindi essere approvato sia dal Parlamento che dal Consiglio, prima che possa entrare in vigore.
La commissione aveva originariamente proposto un periodo di transizione di un anno, che entrambi i colegislatori hanno ritenuto insufficiente a causa dei ripetuti ritardi dei negoziati sul bilancio a lungo termine dell'Ue e i colloqui sulla riforma della Pac.
Il Parlamento europeo con un comunicato ha reso noto che i deputati sono riusciti a convincere Consiglio e Commissione a consentire agli Stati membri di agevolare l'accesso degli agricoltori alle compensazioni per gravi riduzioni di reddito e per perdite causate da eventi climatici avversi, focolai di malattie animali o vegetali o infestazioni di parassiti. la soglia per l'attivazione delle compensazioni dovrebbe quindi essere
L’europarlamento ha inoltre promosso misure che offrono agli stati membri un margine di manovra più ampio nel sostenere gli agricoltori, in particolare durante la crisi covid-19. questi includono, ad esempio, l'ammorbidimento delle norme sugli aiuti di stato per consentire alle autorità nazionali di calcolare le imposte dovute dagli agricoltori sulla base del loro reddito pluriennale e persino di escludere temporaneamente dalla tassazione i soldi risparmiati dagli agricoltori per gli anni cattivi e per alcuni Stati membri estendere gli aiuti nazionali transitori fino al la fine del 2022.
È previsto più tempo per le misure Psr: la durata dei nuovi progetti di sviluppo rurale incentrati su agricoltura biologica, benessere degli animali e misure agro-climatico-ambientali sarà infatti portata a cinque anni (la Commissione aveva inizialmente proposto massimo tre anni).
I deputati hanno anche ribadito la richiesta di finanziare la riserva per le crisi agricole al di fuori del bilancio della Pac, anche se l'accordo parziale non include modifiche al suo attuale funzionamento. Ma i deputati hanno insistito, nella loro dichiarazione politica non vincolante allegata al testo legislativo, che le proposte per una riserva di crisi cumulativa più efficace, ben finanziata e cumulativa siano rivisitate una volta concordato il futuro bilancio a lungo termine dell'Ue.
«Mantenere la partita del regolamento transitorio in pista - afferma la relatrice Elsi
Katainen - e' stata la mia priorità per offrire agli agricoltori stabilità, continuità finanziaria e fiducia nella pianificazione del futuro per i prossimi due anni. Fornisce inoltre agli stati membri dell'Ue ulteriori strumenti per aiutare i loro agricoltori a far fronte agli effetti della crisi covid-19».
«Per raccogliere questa chance – continua il presidente della commissione per l'agricoltura Norbert Lins - e accelerare il nostro lavoro sulla riforma della Pac dopo il 2022, abbiamo bisogno di un accordo sul futuro bilancio a lungo termine dell'Ue. Esorto pertanto gli Stati membri a raccogliere la sfida per trovare rapidamente una posizione di equilibrio».
Il progetto di regolamento transitorio è la seconda delle due proposte presentate dalla commissione europea per garantire una transizione agevole alla Pac post 2020. La prima serie di norme transitorie è stata approvata dal Parlamento nel dicembre 2019. Il Parlamento ha avvertito nella sua risoluzione del 10 ottobre che ritardare il futuro bilancio a lungo termine avrebbe danneggiato i cittadini e le imprese dell'Ue e ha esortato la Commissione a presentare un piano di emergenza per evitare interruzioni nei finanziamenti.
«Abbiamo vinto il braccio di ferro che ci opponeva alla Commissione europea, ottenendo una proroga dell'attuale Pac per un periodo di due anni». Lo afferma Paolo De Castro, coordinatore s&d alla commissione agricoltura del parlamento europeo, che prosegue: «l'accordo, raggiunto oggi dai negoziatori del Parlamento europeo, con il sostegno della Presidenza croata del Consiglio Ue, ci permette di dare certezze ai nostri agricoltori e alle nostre aree rurali».
De Castro ricorda che il risultato non era scontato, «ma il parlamento lo ha sempre considerato non negoziabile».
«Per questo tengo a ringraziare il team negoziale del parlamento europeo, guidato dalla collega Elsi Katainen, e della presidenza croata per l'ottimo lavoro svolto, nonostante le pressioni e le minacce da parte dell'esecutivo Ue di far saltare le trattative in caso di accordo superiore a un anno».
L'accordo raggiunto dovrà ora essere validato dall'assemblea plenaria e dal consiglio dei ministri dell'agricoltura Ue. «Poi, finalmente, avremo a disposizione i regolamenti europei transitori per traghettare la politica agricola oltre al 2020».
«Abbiamo bisogno di più tempo per ottenere un accordo ambizioso sulla futura politica agricola e, contemporaneamente, raggiungere una decisione sul bilancio della Pac per i futuri sette anni».
«Il periodo transitorio di due anni ci permetterà anche di completare diversi programmi operativi di sostegno a vari settori strategici per l'Italia, quali l'apicoltura, l'olio d'oliva e la viticoltura, così come rafforzare le misure di gestione del rischio, abbassando dal 30 al 20% le soglie minime di perdita per l'attivazione dei fondi mutualistici contro le avversità climatiche e dello strumento di stabilizzazione del reddito aziendale».
«Ora abbiamo a disposizione il tempo necessario per affrontare le numerose sfide del comparto agroalimentare: dalle conseguenze del Covid-19 alla Brexit, dal bilancio alle rappresaglie commerciali di paesi terzi, fino alla futura riforma dell'agricoltura europea: come Parlamento europeo - conclude De Castro - siamo pronti, sempre dalla parte dei nostri agricoltori».
FONTE: terraevita.edagricole.it
di Lorenzo Tosi