Lo spinacio è sempre più "forte"
Uno dei più famosi luoghi comuni in ambito alimentare ha le sembianze di Braccio di ferro, l’indimenticabile marinaio del
fumetto americano, che acquistava una forza sovrumana mangiando spinaci. Questo grazie all'alto contenuto di ferro che aveva questo ortaggio. Erano gli anni '20 e l'obiettivo era proprio pubblicizzare lo spinacio ed il suo consumo.
Ma oggi sappiamo che in realtà gli spinaci sono sì una fonte di ferro ma in modo minore rispetto ad altri ortaggi, e oltretutto in una forma che l'organismo umano assorbe in modo limitato. La leggenda sembra nascere nel 1890 quando alcuni nutrizionisti americani resero noto il contenuto di ferro delle verdure, sbagliando però la posizione della virgola proprio nel caso dello spinacio ed attribuendogli un contenuto di ferro dieci volte superiore al reale. L'errore fu scoperto dopo decenni, ma nel frattempo Braccio di ferro e i suoi spinaci avevano conquistato il mondo.
Diamo qualche valore: 100 grammi di spinaci crudi contengono 3 mg di ferro. Ma quanto ferro contengono altre verdure? La rucola ha 5,2 mg ed il prezzemolo 4,2 mg. Se guardiamo in altri settori abbiamo il tè con 15,2 mg, il cacao in polvere con 14,3 mg e la crusca di frumento con 12,9 mg (Fote dati: Cra-Inran 2016).
Nel 2017 sono stati coltivati in Italia 43.141 ettari di spinacio in serra per una produzione di 146.036 quintali. La prima regione produttrice è stata la Campania con 30.700 ettari per una produzione di 106.750 quintali. In pieno campo sono stati coltivati 5.543 ettari per una produzione di 799.938 quintali. La prima regione è stata l'Emilia-Romagna con 893 ettari coltivati, per una produzione di 179.663 quintali.
In linea generale il trend italiano è in crescita. Nel 2008 infatti gli ettari in serra sono stati 22.133 per 68.075 quintali, mentre in pieno campo sono stati 6.956 ettari per una produzione di 977.096 quintali.
Ad accogliere i partecipanti e rispondere a curiosità tecniche e di mercato era presente William Cavalieri, account manager onion and salads North Italy per Nunhems Italy.
"La stagione 2017 - spiega Cavalieri - è stata caratterizzata da diverse situazioni climatiche ed ambientali che hanno reso impegnativa la produzione dello spinacio in Italia. In questo senso è possibile affermare che sia il forte caldo estivo sia gli sbalzi termici primaverili ed autunnali, registrati nel corso della scorsa campagna, hanno ostacolato l'ottimale produttività della coltura. In linea generale direi che i produttori, sugli spinaci così come su tante altre colture, si trovano sempre piu frequentemente a far fronte a condizioni mutevoli, che rappresentano una vera e propria sfida. Per il 2018 è prevista una crescita delle superfici sia in pieno campo che in coltura protetta".
"La nostra attività di breeding - conclude Cavalieri - si sta rivolgendo principalmente a varietà che si possano prestare all’utilizzo di IV gamma. Molto importante è la selezione di ibridi resistenti alla peronospora: fattore limitante soprattutto in periodi dove si hanno sbalzi termici. Anche forma, consistenza e portamento della pianta sono altri aspetti da considerare, soprattutto se atti ad aiutare e facilitare la raccolta meccanica e l’aspetto nella confezione finale.
Credo che questa coltura stia crescendo d'importanza sul mercato, sia come richiesta che come diversificazione dell’offerta. Non a caso lo spinacio può avere diversi usi e destinazioni: dal surgelato al baby leaf, dal mazzetto alle ultime applicazioni nell’ambito dei frullati e smoothie".
Se guardiamo più nel dettaglio l'aspetto alimentare ci accorgiamo che oggi mangiamo la stessa quantità di cibo degli anni Settanta: 2,8 kg al giorno. La vera novità è che la dieta si è profondamente modificata. Siamo infatti sempre più mobili, con sempre meno tempo per mangiare e con stili alimentari e di vita diversi. In quest'ottica è il cibo che insegue il consumatore e non viceversa. Per questo motivo il surgelato diventa un prodotto di ausilio sicuro e di qualità per le famiglie. Oggi sono quasi 25 milioni le famiglie, più del 95% del totale, che consumano surgelati, con una media di acquisto di due volte al mese. Il surgelato viene sdoganato da prodotto di emergenza ad uno di routine. Nel 2016 sono state vendute 824.500 tonnellate di surgelati, +0,5% rispetto al 2015.
“Il 2017 è stato un anno estremamente positivo per la categoria dei surgelati - Renato Roca, direttore marketing di Findus Italia - che ha fatto registrare una crescita a valore del 5%. Noi abbiamo fatto registrare una crescita superiore a quella del mercato, chiudendo +7,4% in sell-out a valore rafforzando la nostra leadership e raggiungendo una quota di mercato del 23%. Il 2018 ha avuto, come per tutto il mercato dei beni di largo consumo, un avvio un po' più lento con un mercato che si sta assestando al momento sui valori dello scorso anno e una conferma della nostra performance positiva con relativo guadagno di quota”
Proprio per andare in questa direzione abbiamo aderito alla Sai - Sustainable Agriculture Initiative Platform, la principale iniziativa globale dedicata allo sviluppo dell’agricoltura sostenibile. Inoltre entro il 2019 il 90% dei volumi totali di vegetali Findus sarà conforme allo standard di sostenibilità Fsa - Farm sustainability assessment e verificato da un audit di un ente terzo. Tra i prodotti coinvolti il minestrone tradizione, i piselli e i nostri spinaci. Abbiamo un legame profondo e pluridecennale con filiere agricole italiane e intendiamo rafforzarlo ulteriormente, valorizzando il territorio e il lavoro dei nostri agricoltori. Non a caso, pur facendo parte di una multinazionale, oltre l’80% dei nostri volumi è prodotto nella nostra fabbrica di Cisterna di Latina. Dove è possibile in termini di qualità e quantità - insomma, intendiamo sempre e comunque dare priorità al made in Italy”.
Ma oggi sappiamo che in realtà gli spinaci sono sì una fonte di ferro ma in modo minore rispetto ad altri ortaggi, e oltretutto in una forma che l'organismo umano assorbe in modo limitato. La leggenda sembra nascere nel 1890 quando alcuni nutrizionisti americani resero noto il contenuto di ferro delle verdure, sbagliando però la posizione della virgola proprio nel caso dello spinacio ed attribuendogli un contenuto di ferro dieci volte superiore al reale. L'errore fu scoperto dopo decenni, ma nel frattempo Braccio di ferro e i suoi spinaci avevano conquistato il mondo.
Diamo qualche valore: 100 grammi di spinaci crudi contengono 3 mg di ferro. Ma quanto ferro contengono altre verdure? La rucola ha 5,2 mg ed il prezzemolo 4,2 mg. Se guardiamo in altri settori abbiamo il tè con 15,2 mg, il cacao in polvere con 14,3 mg e la crusca di frumento con 12,9 mg (Fote dati: Cra-Inran 2016).
Nel 2017 sono stati coltivati in Italia 43.141 ettari di spinacio in serra per una produzione di 146.036 quintali. La prima regione produttrice è stata la Campania con 30.700 ettari per una produzione di 106.750 quintali. In pieno campo sono stati coltivati 5.543 ettari per una produzione di 799.938 quintali. La prima regione è stata l'Emilia-Romagna con 893 ettari coltivati, per una produzione di 179.663 quintali.
In linea generale il trend italiano è in crescita. Nel 2008 infatti gli ettari in serra sono stati 22.133 per 68.075 quintali, mentre in pieno campo sono stati 6.956 ettari per una produzione di 977.096 quintali.
Tra mercato e innovazione
Tra i motivi di questo incremento ci sono le mutevoli esigenze del mercato e l'innovazione varietale. Su quest'ultimo aspetto la Nunhems Vegetable Seeds, il ramo della Bayer CropScience specializzato nelle sementi orticole, ha un ruolo sicuramente da protagonista. Ne è un esempio l'evento organizzato il 10 maggio 2018 a San Mauro Pascoli (Rn) presso l’Azienda agricola Manzolillo & Bartolini.Ad accogliere i partecipanti e rispondere a curiosità tecniche e di mercato era presente William Cavalieri, account manager onion and salads North Italy per Nunhems Italy.
"La stagione 2017 - spiega Cavalieri - è stata caratterizzata da diverse situazioni climatiche ed ambientali che hanno reso impegnativa la produzione dello spinacio in Italia. In questo senso è possibile affermare che sia il forte caldo estivo sia gli sbalzi termici primaverili ed autunnali, registrati nel corso della scorsa campagna, hanno ostacolato l'ottimale produttività della coltura. In linea generale direi che i produttori, sugli spinaci così come su tante altre colture, si trovano sempre piu frequentemente a far fronte a condizioni mutevoli, che rappresentano una vera e propria sfida. Per il 2018 è prevista una crescita delle superfici sia in pieno campo che in coltura protetta".
"La nostra attività di breeding - conclude Cavalieri - si sta rivolgendo principalmente a varietà che si possano prestare all’utilizzo di IV gamma. Molto importante è la selezione di ibridi resistenti alla peronospora: fattore limitante soprattutto in periodi dove si hanno sbalzi termici. Anche forma, consistenza e portamento della pianta sono altri aspetti da considerare, soprattutto se atti ad aiutare e facilitare la raccolta meccanica e l’aspetto nella confezione finale.
Credo che questa coltura stia crescendo d'importanza sul mercato, sia come richiesta che come diversificazione dell’offerta. Non a caso lo spinacio può avere diversi usi e destinazioni: dal surgelato al baby leaf, dal mazzetto alle ultime applicazioni nell’ambito dei frullati e smoothie".
Un mondo di surgelati
Nel 2015, in base ad un'indagine dello Iias - Istituto italiano alimenti surgelati, per la prima volta dall'inizio della crisi economica il numero delle famiglie italiane che nell'ultimo anno hanno aumentato la propria capacità di spesa è superiore a quella delle famiglie che l'hanno invece ridotta (25,6% contro il 21,3%). Ma gli ultimi sette anni hanno lasciato cicatrici profonde nel tessuto sociale del nostro paese.Se guardiamo più nel dettaglio l'aspetto alimentare ci accorgiamo che oggi mangiamo la stessa quantità di cibo degli anni Settanta: 2,8 kg al giorno. La vera novità è che la dieta si è profondamente modificata. Siamo infatti sempre più mobili, con sempre meno tempo per mangiare e con stili alimentari e di vita diversi. In quest'ottica è il cibo che insegue il consumatore e non viceversa. Per questo motivo il surgelato diventa un prodotto di ausilio sicuro e di qualità per le famiglie. Oggi sono quasi 25 milioni le famiglie, più del 95% del totale, che consumano surgelati, con una media di acquisto di due volte al mese. Il surgelato viene sdoganato da prodotto di emergenza ad uno di routine. Nel 2016 sono state vendute 824.500 tonnellate di surgelati, +0,5% rispetto al 2015.
Filiera sostenibile e made in Italy
“L’impegno di oggi - commenta Francesco Fattori, amministratore delegato di Findus Italia - è parte di un percorso di continuo miglioramento nell’adozione di pratiche agricole sostenibili, che come Findus e Nomad Foods Europe portiamo avanti da tempo, all’insegna della qualità.Proprio per andare in questa direzione abbiamo aderito alla Sai - Sustainable Agriculture Initiative Platform, la principale iniziativa globale dedicata allo sviluppo dell’agricoltura sostenibile. Inoltre entro il 2019 il 90% dei volumi totali di vegetali Findus sarà conforme allo standard di sostenibilità Fsa - Farm sustainability assessment e verificato da un audit di un ente terzo. Tra i prodotti coinvolti il minestrone tradizione, i piselli e i nostri spinaci. Abbiamo un legame profondo e pluridecennale con filiere agricole italiane e intendiamo rafforzarlo ulteriormente, valorizzando il territorio e il lavoro dei nostri agricoltori. Non a caso, pur facendo parte di una multinazionale, oltre l’80% dei nostri volumi è prodotto nella nostra fabbrica di Cisterna di Latina. Dove è possibile in termini di qualità e quantità - insomma, intendiamo sempre e comunque dare priorità al made in Italy”.
Fonte: Agronotizie
Autore: Lorenzo Cricca