Boom per le semine di grano bio
Secondo Italmopa, l'Associazione Industriali Mugnai d'Italia, le semine 2019 di frumento hanno fatto registrare, in Italia, un andamento non univoco: alla contrazione, stimata in misura del 7-8% a livello nazionale, delle superfici a frumento duro, si contrappone un incremento del 3% circa, sempre lungo lo Stivale, delle superfici a frumento tenero.
In particolare, la riduzione delle superfici a frumento duro ha interessato soprattutto le regioni del Nord e del Centro Italia, mentre appare più contenuta nelle zone meridionali.
Si prospetta un calo di produzione non compensato dalle scorte
Un trend che comunque sembra interessare anche i principali Paesi produttori di frumento duro e che, stima Italmopa, dovrebbe determinare, nel 2019, una riduzione dei livelli produttivi a livello internazionale, parzialmente controbilanciata da un aumento del livello delle scorte, ad eccezione di quelle comunitarie.
L'exploit del bio
Da sottolineare, in ogni modo, la crescita delle aree coltivate a frumento biologico - sia tenero, sia duro - stimata in circa 10 punti percentuali, a conferma del trend positivo registrato sui mercati per questa tipologia di prodotti.
Si delinea un deficit di prodotto nazionale
Per quanto concerne i livelli produttivi e le caratteristiche qualitative dei raccolti, le condizioni di sviluppo delle piante risultano sinora, sottolinea Italmopa «generalmente positive per via di condizioni climatiche tutto sommato favorevoli»'. Una valutazione più precisa potrà essere effettuata solo tra qualche mese, a ridosso dei raccolti. La produzione nazionale, sia di frumento tenero, sia di frumento duro, risulta essere largamente deficitaria (in misura del 60% per quanto concerne il comparto a tenero e del 35% per quanto concerne quello a duro) rispetto alle esigenze quantitative dell'Industria molitoria nazionale. In Italia, dove nel 2018 c'erano 1,28 milioni di ettari coltivati a grano duro, la produzione, precisa ancora Italmopa, è risultata di 4,2 milioni di tonnellate, in linea con i risultati del raccolto 2017.
FONTE: Terra e vita/Lorenzo Tasi